“L’inferno è l’impossibilità della ragione”
Nell’anno di Hannah e le sue sorelle di Woody Allen e di Camera con vista di James Ivory, trionfa Platoon che su otto candidature vinse quattro oscar: miglior film, regia, montaggio e suono. Il film, che si ispira alle reale esperienze vissute dal regista Oliver Stone in Vietnam, racconta la storia di Chris Taylor che, arruolatosi come volontario, scoprirà la brutalità della guerra e sarà costretto a cambiare la sua concezione della vita. Trovatosi in mezzo al conflitto tra due sergenti, il sanguinario Barnes (Tom Berenger che fu nominato) e il razionale Elias (Willem Dafoe, anche lui candidato), il ragazzo affronterà metaforicamente (e fisicamente) i due volti contrastanti della stessa America. Evidenti i richiami ad Apocalypse Now: il protagonista Charlie Sheen è il figlio di Martin Sheen, il Willard del capolavoro di Coppola (come se fosse un passaggio simbolico di consegne); entrambi i film sono stati girati sull’isola di Luzon nelle Filippine; casualmente tutte e due le opere hanno avuto problemi di produzione ma soprattutto il tema centrale dei lungometraggi è molto simile: la vera guerra non è quella contro il nemico ma quella che si combatte dentro se stessi. La differenza sostanziale con Apocalypse Now però è che il film di Stone non è un capolavoro. Vincitore dell’Orso d’Argento a Berlino per la Miglior Regia.
CURIOSITA’ 1:Il regista Oliver Stone fa una fugace apparizione nel film: è l’ufficiale al telefono nel bunker colpito da un kamikaze vietcong, verso la fine del film
CURIOSITA’ 2: Per il ruolo del sergente Barnes, la produzione pensò inizialmente a Kevin Costner come interprete, ma l’attore rifiutò perché impegnato nella pre-produzione del film Gli intoccabili. Fu allora scelto Tom Berenger.
Francesco Pierucci