Continua la rubrica dedicata ai nuovi talenti del cinematografò. Quest’oggi parliamo di uno dei registi più interessanti della new wave sci-fi (assieme a Duncan Jones): Neil Blomkamp.
Il pregio principale del regista sudafricano è sicuramente quello di aver saputo creare un universo filmico immersivo e facilmente riconoscibile, caratterizzato da un’ambientazione particolare (il natìo Sudafrica), un contesto sociale specifico (lotta di classe, emarginazione, razzismo), effetti speciali stupefacenti e da personaggi ricorrenti (robot, alieni).
Su questo blog lo si ripete da tempo: quando un regista è capace di creare mondi come Blomkamp diventa autore a tutti gli effetti.
Ma se oggidì possiamo apprezzare i lavoro di Blomkamp, buona parte del merito va a Peterone Jackson che, a parte lucrare di trilogia in trilogia, sa anche lanciare nuovi talenti.
Proprio Jackson gli produce il lungometraggio d’esordio, nonché il suo più riuscito finora, District 9.
Che dire di District 9? Semplicemente che è un film imprevedibile: parte come mockumentary (scelta innovativa e geniale), continua come film di denuncia e finisce come action puro vero e proprio. Il tutto senza mai perdere la propria coerenza narrativa. 30 milioni di dollari di budget (pochi, se si considerano i 115 di Elysium) e 4 nomination agli Oscar per un esordiente non sono così male, vero? Uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi anni.
Nel 2013 esce Elysium che, per stessa ammissione del regista, è il suo film peggiore. Ambientato nello stesso anno di Avatar (2154), Elysium esplicita narrativamente una delle tematiche più care a Blomkamp: la lotta di classe. In questo universo distopico, i poveri vengono lasciati a morire sulla Terra, mentre i ricchi vivono una vita agiata nello spazio. Ovviamente i proletari combatteranno per reclamare i loro diritti. Durante la visione di Elysium, si ha la sensazione che i personaggi siano troppo costruiti e che la seconda parte del film risulti più caotica e frammentaria. Non un brutto film ma siamo lontani dai livelli di District 9.
Quest’anno sono arrivati segnali di forte ripresa grazie al suo terzo film: Chappie (ehm…Humandroid…). In questo caso, un plauso particolare va alla scelta degli attori, i rapper Die Antwoord che letteralmente bucano lo schermo. Non a caso, Ninja doveva interpretare in Elysium il ruolo poi andato a Matt Damon. Anche in questo caso i continui cambi di registro narrativo funzionano, dall’action al romanzo di formazione fino alla commedia. Il plot funziona perché Chappie è il perfetto Wall-E per adulti e i Die Antwoord sono i peggiori genitori che possa avere. Unica pecca: il finale, probabilmente modificato dai produttori.
Francesco Pierucci